Sotto la chiesa di Sant'antonio - 1993

Pianta 1773

Dai disegni dell‘architetto Giuseppe Viana (addetto all’Amministrazione dell’Artiglieria sabauda dal 1700 ed allievo di Benedetto Alfieri), conservati all’Archivio di Stato di Torino, si evidenzia l’intervento piuttosto articolato relativo all’ampliamento dell’Ospedale.

Originario ingresso Corniceria

Sant'antonio

La chiesa di Sant’Antonio era inoltre sede dei Gremi, sin dal 1600, quello dei Sarti e dei Carradori, più tardi si unì il Gremio dei Bottai, fu la chiesa dove si celebravano il Natale e la Pasqua con maggiore solennità che altrove.

Progetto Officina Botanica 1993

Portico

 La chiesa fu sede anche sede del Circolo di Azione Cattolica: varie le manifestazioni tenute anche nell’attiguo Portico, o ospitate nelle vetrine dei negozi, come mostre di quadri, libri, intagli, lotterie, sottoscrizioni, mentre i locali “con gli alti soffitti a botte ed archi di possente mole”, sottostanti la chiesa sono conosciuti, già prima del 1863, come il Teatro di Sant'Antonio per spettacoli dialettali.

Archi sottostanti, lato Portico


Primi interventi verifica murature

Eliminazione superfetazioni

Apertura degli archi 



mostra di mirella mibelli "Rosa Rosae"

Un omaggio sincero alla grande artista sempre nei nostri cuori

Cagliari, in seguito all’Unificazione del Regno d’Italia, smise di essere Piazzaforte Militare nel 1866, quindi tutte le costruzioni che vediamo ai lati della via Manno e la Piazza Yenne, addossate alle mura, fanno parte dell’espansione extramoenia (fuori le mura), che si sono perpetuate per tutta la seconda metà dell’Ottocento, mentre si orientava lo sviluppo della città bassa: la costruzione del Municipio sancisce il definitivo abbandono del Castello quale quartiere politico e amministrativo.

La sistemazione del Largo Carlo Felice e della via Roma ai primi del XX secolo, apre l’espansione della città a occidente, verso il Borgo di S. Avendrace, attraverso il viale S. Pietro (oggi viale Trieste) ed a oriente, con la via Sonnino verso i colli di Bonaria e Monteurpinu , sino alle espansioni del dopoguerra in direzione di San Benedetto e Piazza Giovanni XXIII.

Dal 1834, il completamento della “Strada reale”, cioè l’attuale 131, che prende l’avvio dalla Colonna Miliare di Piazza Yenne, conferì tale importanza alla via Manno, che diventò la principale entrata nella capitale del regno, attribuendo un sempre maggior peso alla via, riconosciuta come il centro commerciale dell’isola.

I negozi costituivano non solo un richiamo per la clientela, ma anche per gli “assidui”, cioè amici e parenti, conoscenti e notabili della città che, amanti della conversazione, trasformavano vari locali in circoli che costituivano la loro tappa quotidiana.

 

Farmacie e caffè-offellerie, avevano molte cose in comune ed offrivano alla clientela tonici ed elisir ricostituenti, bibite rinfrescanti e tamarindi contro la dissenteria ed il mal di gola; si spiega così come la farmacia di S.Antonio, già erboristeria del vecchio ospedale, reclamizzava queste bevande con vistosi annunci: è stata inoltre la prima farmacia con servizio notturno e di guardia medica, ostetrica e fornitura di ossigeno e ghiaccio.

 Nella festività di S. Antonio si riscontravano alcune espressioni locali; in quei giorni gli accessi alla via Manno venivano sbarrati dalle bancarelle delle fiere dei giocattoli, dei dolci e dei finimenti per animali, ed il traffico dei carri e carretti veniva vietato.

 

Sotto la guida della ArciConfraternita d’Itria e dei negozianti della via Manno, si premiavano i proprietari che meglio avevano adornato i loro animali, i gradini della chiesa diventavano un palco naturale dove, a rassegna conclusa, avveniva la distribuzione dei premi.